Era il nome di una festa splendida, l'ultima festa prima di Natale.
Nell'indecisione di temi, di lingue, ho deciso che non scriverò niente.
Se mi guardo allo specchio vedo solo un'immagine distorta e paurosamente colorata.

Want to see the world, but too lazy to join the army? Check out this blog!
Solo poche ore mi separano dal mio aereo. Me ne sto qua, sveglio ancora per un po', in questo stato di sospensione, solo.
Ho accompagnato Henna e Luca alla fermata dell'aircoach, che li porterà all'aeroporto e da lì, alle loro case.
Per l'ennesima volta ho percorso la strada dalla fermata dell'autobus a casa. Solo.
La strada che ha unito me e Henna ora la percorro solitario e non c'è neppure la volpe di belfield a tenermi compagnia. Neppure un corvo. Tutto è congelato. L'erba schricchiola sotto le scarpe. Non ho freddo, ben diverso problema mi assilla.
Lo UCD è una città fantasma.
Te la ricordi Maggie, l'americana? Era alla fermata. Torna a casa, per sempre.
Non c'è mai tempo per salutare degnamente. Una parola, una stretta. “Hyvä joulua”, Merry Christmas, see you.
Molti se ne vanno per sempre. Scott, Omar, Paola, Maggie... Altri torneranno dopo natale.
Ma un giorno lasceranno lo UCD per sempre.
Gente che va, gente che viene.
Dicono che l'erasmus è tutta una festa. Beh, ultimamente è stato molto più simile a un funerale.
Il ragazzo che suonava l'ukulele che vedevo tutti i giorni dalla finestra non tornerà più.
Ho sempre vissuto in Osimo. La gente restava. Solo i morti se ne andavano, genericamente con un breve rito e poche lacrime.
Qua a Dublino la gente di cui ti innamori un giorno può scomparire quello seguente, su un aereo. Anche io me ne scomparirò un giorno, lasciando il posto che chiamo casa. Belgrove.
Belgrove non è un residence, è una creatura. Dal lento respiro. Oggi Belgrove è solitario, chiuso nel suo gelo, dimenticato. Poche anime battono i loro cuori nel suo ventre, molte delle quali stanno per partire in breve.
Guardo ancora le foto appese al muro, che segnano la mia camera come pietre miliari. Me ne sto andando, dico loro. Tornerò presto.
Italia mi attende. Italia mi guarda con impazienza e al suo sguardo io tremo.
Quando hai due case, non importa quale sia più importante per te: lasciare una per l'altra è sempre una sofferenza. Polvere si poserà su polvere, prima che io torni ad abitare qui. Tutto è immobile, congelato.
People go, people come. There is never enough time to say goodbye properly. A word, a hug. “Hyvä joulua”, Merry Christmas, see you.
Many people leave forever. Scott, Omar, Paola, Maggie... Other will be back after Christmas.
But one day they will leave UCD forever.
They say Erasmus is all about parties. Well, lately it has been more like a funeral. The guy that played the Ukulele that I always saw from my window will never be back.
I always lived in Osimo. There, people stays. Only deads leave, usually with a brief rite and few tears.
Here at Dublin, people with whom you fall in love one day can disappear the following, on an airplane. I will disappear as well one day, leaving the place I call home. Belgrove.
It is not a residence. It's a creature. Today it is lonely, closed in its frost, forgotten. Few hearts beat in his womb, many of which will leave soon as well.
I watch the photos hanged to the wall, that are signposts of my realm. I'm leaving, I say to them. I'll be back soon.
Italy waits me. Italy looks me with impatience and at its gaze I tremble of fear.
When you have two homes, it does not matter which one is more important to you: leaving one is always painful. Dust will lay on dust, before I will live here again.
Only the warm hope of the many international couples lives, inside the winter's frost.
Ieri sono andato in centro con Henna. Ci siamo fermati per una pinta al the Celt. Bel posto, non nel mainstream (temple bar) ma stile irlandese, con musica live tutti i giorni.
Tre uomini già belli canuti con banjo, chitarra, ukulele e flauto erano le star della serata.
E' stato proprio come me lo immaginavo prima di partire. Pinta, Irish coffee, pinta...Ed hanno anche suonato rocky road to Dublin! Certo pero non avrei mai immaginato di andarci con una ragazza finlandese.
Mi sono sentito veramente in Irlanda. Perché non basta una Guinness e un cretino vestito da Leprechaun. L'Irlanda, l'angolo a nord-ovest dell'europa (ok, tecnicamente c'è l'Islanda, ma suvvia...), un posto in cui tutti vanno, un posto di cui tutti credono di sapere tutto, ma un paese ancora segreto.
Si, Irish, coffee, Guinness, prati verdi e gente amichevole. U2. Questo è ben noto a tutti. E anche della guerra e IRA si fa un gran parlare. Ma cosa sappiamo veramente?
Beh quella sera al Celt c'erano veramente pochi stranieri, l'atmosfera era buona.
Quella sera mi sono sentito veramente Irish. E troppo vicino al volo che mi porterà a casa.
Yesterday I went to the Celt with Henna. We stopped for a pint at “the Celt”. Good place, non in the overcrowded temple bar, but Irish style, with live music every day.
Three men with mostly white hair and a few years on their backs, guitar, banjo and whistle were the star of the night.
It was just as I imagined before coming to Ireland. Pint, Irish coffee, pint, music... and they even played “Rocky road to Dublin”. But I had never imagined to go there with a finnish girlfriend.
I felt to be in Ireland. Because a Guinness and a moron dressed as a Leprechaun is not enough. Ireland, the North-west corner of Europe (ok maybe it should be Iceland but...), a place in which many go, which everybody thinks to know everything about, but a still a secret country.
Yeah, Irish coffee, Guinness, Whiskey, green lawn and friendly people. U2. Everybody knows it. And people talk much also of the 'war' and IRA. But what do we really know?
Well yesterday at the Celt there were very few foreigners, the atmosphere was good.
That night I felt Irish. And too near to the flight that will bring me back home.
Therapists? Yeah, yeah. But that’s the easy one. Think about this: Netflix is just Blockbuster video for dudes too sad to leave the house.
If you’re anything like me you just inhaled sharply, bugged your eyes out, and mouthed “Oh my God,” because, shit, you never thought of it that way before. And neither did I, until just now. But the point is this: depression has totally sold out. It no longer makes you pitiable, it just carves you into another wafer thin slice of the pie - no, pie chart that rich dudes get to eat. And that’s lame. Vikings would get so pissed off about that shit that they’d totally find the rich dudes’ village (Westlake Hills) and raze it to the fucking ground."
Hey man, that's bloody true. Depressed people are not different, just customers.
Think about emo bands, black clothes, sad music and movies; pills; What about shopping, for those who are not depressed but unsatisfied. And chocolate.
What do you do if you feel a bit down? WHy not goin' out and buy something?
Bloody hell, isn't it frightening?
Luckily I'm oversatisfied now. And, voi perkele, I will not be sad anymore.
Henna: la mia nuova ragazza. Sto superando lo choc culturale poiché non appartiene neppure al gruppo indeuropeo.
Belgrove: la mia casa. La mia vera casa. Affolato, sporco, folle ma carino. Pieno di corvi, bei cortili. Qui si svolge primariamente la mia vita sociale, qui mangio e parlo, qui dormo.
Newman Building: questo palazzo in congiunzione con la biblioteca, mi da molta soddisfazione. Qui si svolgono le mie lezioni. Immenso ma semplice e organizzato, dopo le 5 diventa vuoto e silenzioso e ha qualcosa di magico. Devo ringraziare il fatto che sia pieno di cessi.
UCD: la mia università. Un immenso campus, una piccola città. Qualunque cosa tu voglia sapere, qualcuno la insegna.
Dublino: La mia città. Sebbene sono una creatura selvatica, mi ci sono abiutato. Comincio a conoscerla, comincio ad amarla. Amo camminarci. Amo squadrarla, considerarla, cercare di capirla e spero un giorno di riuscirci. Un posto isolato dal mondo, un posto umido, un posto dove mille e ancora mille italiani hanno cercato rifugio. Perché questo sta accadendo: stiamo fuggendo dall'italia. E L'irlanda è una delle sponde più feconde per noi.
Irlanda: paese di poeti e guerrieri, folletti e magia, una verde terra incantata. Questo dicono i volantini pubblicitari. L'irlanda è un'altra. Una terra così umida e lontana che pure i Romani si sono rifiutati di conquistarla. Un posto con più mucche che persone in cui però si produce un solo tipo di formaggio: il cheddar.
Questo paese si è sollevato dalla povertà con uno strattone, e ancora la gente è folle per questo. Uno studente irlandese può spendere 20€ per un pomeriggio in un pub e altri 100€ per la serata. Viaggiano col taxi quando ci sono gli autobus. Insomma, qualche rotella l'hanno persa vedendo tutti i soldi in un solo colpo quando i loro padri mangiavano patate con la buccia.
Una terra divisa in tre: irlanda del nord (UK), Dublino e il resto dell'irlanda.
Gente che si sa arrangiare, ma che sa essere più gentile degli italiani. Gente che non è razzista, se ne sbatte degli immigrati, se ne sbatte di tutto.
Il paese col più alto consumo di alcohol in europa. E questo è un po' il problema dell'irlanda. Ma i loro nonni bevevano. I loro avi erano fieri di tracannare più sidro di quanto ne potesse entrare nelle loro pance. Che diritto abbiamo di prendercela con loro?
Tuttavia i volantini hanno ragione sotto un certo punto di vista: nelle torbiere dimenticate da dio, guardate l'orizzonte pulito, abitato solo da muschio, arbusti e caledonia, ammirate il cielo grigio e vedrete che qualcosa di magico c'è...
Inglese: la mia lingua principale. E' almeno una settimana che non pronuncio una parola in italiano e ne sono fiero. Ancora compio innumerevoli errori, eppure riesco a capire i film al cinema.
L'inglese non è cosa per gli italiani. Qua nel campus nessuno va oltre il livello di decenza.
Io ho 19 anni. Ho cominciato ad articolare qualche parola in inglese a 7-8 anni. A 9 ho cominciato a studiarlo a scuola. Frequento la facoltà di lingue. Ho vinto una borsa di studio solo perché nell'esame ho totalizzato il punteggio massimo.
Henna ha 21 anni. Ha studiato tedesco come prima lingua straniera e lo svedese. Studia storia e politica all'università. Ha un livello di inglese anni luce migliore del mio. Un genio?
Jaakko ha 21 anni. Ha studiato svedese e inglese a scuola. Né il suo lavoro né la facoltà lo hanno mai portato ad approfondire il suo inglese. Anche il suo è migliore del mio.
Ma non mi vergogno di questo, non finché continuo a fare del mio meglio.
Finlandia: In qualche modo la mia terza patria. Un posto dimenticato da tutti, di gente strana, tranquilla e ingenua. Un posto freddo in maniera assurda, eppure considerato una buona terra dai nativi. Un paese abitato da persone che non sono neppure di razza indeuropea. Il posto dove andrò questo natale...
Ieri è stata la notte di Halloween. In Italia non l'ho mai festeggiato e non me ne importa nulla, I don't give a fuck. Ma qui la festa è molto grande e visto che non si potrebbe comunque dormire, esco.
Halloween è praticamente l'ennesima sera in cui gli irlandesi si sbronzano, dopo il lunedì, il martedì il mercoledì ecc.
Però si sbronzano in costume o nudi.
Per una volta siamo riusciti a radunare una bel gruppo, quasi tutti erasmus. Incredibile, mi dico! Finalmente uniti sotto un'unica bandiera – o meglio sotto la spire, luogo di meeting. Peccato che dopo 20 minuti siamo già divisi in almeno 3 gruppi. Finisce sempre così.
Essere in Erasmus ti fa capire quanto fondamentale sia la lingua che parli. Non tanto l'inglese, che conosco, che tutti conoscono, che sto imparando, che permette a questi bastardi anglofoni di parlare con disinvoltura e rende invece grotteschi i discorsi di chi non lo conoscono bene. Lo humor cambia, il volume della voce è diverso. Ridere è più complicato. Parlare è complicato. Andare a una festa di spagnoli da solo diventa un suicidio perché significa essere trascurato. Se non conosci una lingua non puoi entrare in un ambiente a meno che l'ambiente non accolga te.
In questa babele di italiani, finlandesi, svedesi, irlandesi e tedeschi per non menzionare tutti gli altri, la lingua che usi è importante per determinare la tua simpatia, la tua gentilezza, e l'abilità che hai nel parlarla condiziona in gran parte il tuo valore nei rapporti internazionali. Balbetta l'inglese e nessuno ti vorrà. Se sei americano ti vengono in cerca. Non è questione di razzismo e spesso non invidio i madrelingua: poter parlare italiano con Davide e Matteo in un ambiente pieno di stranieri che non ti capiscono diventa non solo divertente ma terribilmente utile.
Vogliamo parlare dello humor? Seriamente, quando usciamo con gli amici il 70% almeno della conversazione sono battute, scherzi, humor di vario genere e stronzate in quantità. Come puoi tradurre tutto ciò a qualcuno che non parla la tua lingua?
Ieri finalmente mi sono reso conto di essere in Irlanda.
Siamo andati in una fattoria irlandese: io, davide, una manciata di francesi, un'invasione di malesiani, una tedesca, due olandesi e nessuno spagnolo... guardacaso.
Sveglia alle 9 e poi in autobus fino a Kells.
Scendiamo dall'autobus: il cielo è grigio, ma ha smesso di piovere. Ho il mal di gola e mi sento abbastanza uno schifo (festacce del cazzo a casa mia e sonodovuto fuggire a casa di Davide per dormire). Tuttavia non mi manca l'entusiasmo.
Pisciatina, poi ci mettono le parnanze e ci fanno fare il pane. Quello mio e di Davide sembra une merda, molliccio e inespressivo.
Terminato il triste capitolo culinario usciamo. Fuori c'è un cane identico a quello della copertina del vino più economico di Dublino: il Workin' Dog. Una più accurata analisi ci fa scoprire che ce ne stanno tipo una decina tutti uguali.
La tappa successiva è nel pollaio. Qualcuno se ne sta lontano dicendo che ha cattive esperienze con le galline. Ma che cazzo può averti fatto una gallina? Boh,
Fattostà che dopo aver calcato per bene la merda di una decina di diverse specie di animali, ci si dirige verso un'altro salone. Non è altre che un lungo edificio di pietre con soffitto di travi e pavimento di legno. Alle pareti sono appoggiati innumerevoli Bodhrann. In questo freddo salone (dimenticatevi termosifoni o anche solo caminetti!) il figlio del fattore ci introduce alla “the siege of Ennis”: gli irlandesi si sono ribellati molte volte agli anglosassoni, ma solitamente perdevano tutte le battaglie. L'unica che hanno vinto è stato questo assedio di Ennis, che hanno prontamente festeggiato creando questo ballo.
Non dimenticate mai comunque che gli irlandesi preferiscono festeggiare prima che le cose accadano, in caso non potessero festeggiare anche dopo. Solitamente però fanno entrambe le cose.
Allora tornando a noi, c'è poco da raccontare, ci siamo tutti divertiti come matti.
Infine si va a mangiare. Il pranzo non era un granché ma se non altro era abbondante. Mangiamo il nostro pane, e si scopro che è venuto bene. Forse ci andava più sale, ma non importa.
Appena finita l'abbuffata qual'è l'idea geniale? Giocare ad Hurling!
Per chi non sapesse, questo sport non professionale performato con mazze di legno e palle di sughero (molto dolorose : |) è lo sport più vecchio del mondo ancora praticato. Non solo, è anche uno dei più violenti e una delle maggiori cause della frattura della mano in Irlanda.
L'aria è diversa da quelle parti. La vegetazione è diversa, respira. Dopo l'Hurling saliamo su un carro pieno di fieno che trainato dal trattore ci porta un po' fuori, in un bog (palude). Qui si scava torba da secoli. E che risorsa incredibile la torba! Nelle sue profondità si trovano corpi ancora conservati, cose antiche. Da questa malta essiccata si ricava fiamma. In essa si mantengono i prodotti del lavoro.
Che aria pulita! Che paesaggi magnifici. In questi acquitrini i guerrieri celtici si nascondevano. Bollivano Caledonia nei loro vestiti per mimetizzarsi e attaccavano gli inglesi per ritirarsi nei bog.
Che paradosso la genetica. Chi potrebbe mai dire che da questi guerrieri discendono le ragazzine in minigonna che trasportate da costosi taxi si fanno portare a ballare nei club snob e poi ne escono sbronze marce, vomitando per terra “l'introito della serata”?
Finalmente ho visto un po' di vera Irlanda, e in questi posti (altro che Dublino) potrei restarci per tutta la vita.
Già comincia il panico da ritorno a casa, mi chiedo come sarà tornare a Osimo e Macerata, vivere in Italia dove aver vissuto i mali e i beni dell'Irlanda. Ma non è ancora giunto il momento.
Slan da Munnin, Il corvo nella terra dei corvi.