Sunday 30 September 2007

Irishness....

Sono stato una sera in centro, giovedì. Mi sono risparmiato dal raccontare il disgusto del centro, della "bella società" che va a ballare in taxi, vestiti in tiro, minigonne e tacchi ovunque, poi per le strade vomitando a terra, e capisci da dove viene l'odore tipico di Dublino...
Non mi ci soffermo. Dico solo che la giornata di ieri mi ha ripagato di questi orrendi spettacoli.

Ieri finalmente mi sono reso conto di essere in Irlanda.

Siamo andati in una fattoria irlandese: io, davide, una manciata di francesi, un'invasione di malesiani, una tedesca, due olandesi e nessuno spagnolo... guardacaso.
Sveglia alle 9 e poi in autobus fino a Kells.
Scendiamo dall'autobus: il cielo è grigio, ma ha smesso di piovere. Ho il mal di gola e mi sento abbastanza uno schifo (festacce del cazzo a casa mia e sonodovuto fuggire a casa di Davide per dormire). Tuttavia non mi manca l'entusiasmo.
Pisciatina, poi ci mettono le parnanze e ci fanno fare il pane. Quello mio e di Davide sembra une merda, molliccio e inespressivo.
Terminato il triste capitolo culinario usciamo. Fuori c'è un cane identico a quello della copertina del vino più economico di Dublino: il Workin' Dog. Una più accurata analisi ci fa scoprire che ce ne stanno tipo una decina tutti uguali.
La tappa successiva è nel pollaio. Qualcuno se ne sta lontano dicendo che ha cattive esperienze con le galline. Ma che cazzo può averti fatto una gallina? Boh,
Fattostà che dopo aver calcato per bene la merda di una decina di diverse specie di animali, ci si dirige verso un'altro salone. Non è altre che un lungo edificio di pietre con soffitto di travi e pavimento di legno. Alle pareti sono appoggiati innumerevoli Bodhrann. In questo freddo salone (dimenticatevi termosifoni o anche solo caminetti!) il figlio del fattore ci introduce alla “the siege of Ennis”: gli irlandesi si sono ribellati molte volte agli anglosassoni, ma solitamente perdevano tutte le battaglie. L'unica che hanno vinto è stato questo assedio di Ennis, che hanno prontamente festeggiato creando questo ballo.
Non dimenticate mai comunque che gli irlandesi preferiscono festeggiare prima che le cose accadano, in caso non potessero festeggiare anche dopo. Solitamente però fanno entrambe le cose.
Allora tornando a noi, c'è poco da raccontare, ci siamo tutti divertiti come matti.
Infine si va a mangiare. Il pranzo non era un granché ma se non altro era abbondante. Mangiamo il nostro pane, e si scopro che è venuto bene. Forse ci andava più sale, ma non importa.
Appena finita l'abbuffata qual'è l'idea geniale? Giocare ad Hurling!
Per chi non sapesse, questo sport non professionale performato con mazze di legno e palle di sughero (molto dolorose : |) è lo sport più vecchio del mondo ancora praticato. Non solo, è anche uno dei più violenti e una delle maggiori cause della frattura della mano in Irlanda.
L'aria è diversa da quelle parti. La vegetazione è diversa, respira. Dopo l'Hurling saliamo su un carro pieno di fieno che trainato dal trattore ci porta un po' fuori, in un bog (palude). Qui si scava torba da secoli. E che risorsa incredibile la torba! Nelle sue profondità si trovano corpi ancora conservati, cose antiche. Da questa malta essiccata si ricava fiamma. In essa si mantengono i prodotti del lavoro.
Che aria pulita! Che paesaggi magnifici. In questi acquitrini i guerrieri celtici si nascondevano. Bollivano Caledonia nei loro vestiti per mimetizzarsi e attaccavano gli inglesi per ritirarsi nei bog.

Che paradosso la genetica. Chi potrebbe mai dire che da questi guerrieri discendono le ragazzine in minigonna che trasportate da costosi taxi si fanno portare a ballare nei club snob e poi ne escono sbronze marce, vomitando per terra “l'introito della serata”?
Finalmente ho visto un po' di vera Irlanda, e in questi posti (altro che Dublino) potrei restarci per tutta la vita.

Già comincia il panico da ritorno a casa, mi chiedo come sarà tornare a Osimo e Macerata, vivere in Italia dove aver vissuto i mali e i beni dell'Irlanda. Ma non è ancora giunto il momento.

Slan da Munnin, Il corvo nella terra dei corvi.

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