Oggi sono stato a Glendalough, con il viaggio organizzato dall'International Office... si, proprio come il CRI di macerata...
Qualcuno dovrebbe spiegarmi perché in questi viaggi internazionali c'è sempre una nazionalità sproporzionatamente più numerosa e ogni volta una diversa: prima i malesiani, poi gli spagnoli, poi i tedeschi...
Ad ogni modo, il bus ci fa attraversare la solita amorevole campagna irlandese, inondata dal sole. Ci scaricano a Glendalough, un giro nel museo e presentazione, poi si va nel sito. Tra due colline, nel verde d'irlanda stanno nove edifici piccolini, qua e là, e un'alta torre. E miriadi di tombe e lapidi.
Più in là c'è un grande lago. L'acqua scura contrasta con il giallo della vegetazione fatto risplendere dal sole. Il vento è così forte che sassi legati a corde volano come aquiloni.
Saliamo per il sentiero il paesaggio si trasforma: una foresta, una cascata, una palude, come se attraversassi stanze di un museo. Camminando la pioggia si sovrappone al sole, sottile, pioggia sole e vento e il lago si muove come il mare, ribolle come se un Kraken si stesse agitando nelle sue profondità. Cammino su enormi alberi caduti, ricoperti di muschio e di piccole piante che un giorno diventeranno esse stesse alberi.
L'irlanda è solo prati inglesi e pietre rotte, disse qualcuno. E laghi, aggiungo io. Ma più la guardo più mi innamoro di lei. Cathleen ni Houlihan, tanti anni porti sulle spalle ma il tuo volto ha una bellezza senza età.
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