Thursday 6 March 2008

Looking for Ireland - Part 2

This should be the part -1 since I've been in Killarney weeks before Glendalough. Anyway... here it is.

Lo scorso fine settimana sono stato a Limerick e Killarney. Il viaggio pianificato e prenotato di fretta, qualche giorno prima. Tutto fatto in maniera più economica possibile.
La mattina mi sveglio, dopo festa e macello notturno, alle 6 di mattina. E' freddo e siamo già in ritardo: perdiamo il bus delle 8. Henna si è scordata di controllare nome e posizione dell'ostello. Fortunatamente in stazione c'è un computer con internet che per l'incredibile somma di 1€ ci fa controllare l'e-mail di conferma.
Entriamo nel bus, dove finalmente ci si può riposare. Il tempo è osceno, buio e nebbioso, ma il paesaggio comunque piacevole.
Fermata in una mini-stazione di servizio per pisciare. Freddo.
Il bagno è freddo, l'acqua è fredda e, incredibile, l'asciugatore elettrico spara aria fredda!
Ritorniamo al moderatamente tiepido bus, il viaggio continua.
Infine arriviamo a Limerick. Facciamo un freddo pranzo con i panini che avevo portato, poi lasciamo le borse alla stazione degli autobus (2,50€, ladri) e giriamo per la città. Beh, la stab-city non è così emozionante, proprio come raccontano. Tuttavia camminando vediamo una chiesa con cimitero, poi visitiamo il museo della contea (piccolo ma gratis) e infine il castello di re John. Quest'ultimo è effettivamente bello e ben curato. Poi si corre indietro alla stazione per paura di perdere l'autobus. CI perdiamo per le vie, ma alla fine troviamo la strada. A quel punto realizziamo che quelli che tengono le borse hanno chiuso per cena. Fanno pausa dalle 6 alle 6:30 e il nostro bus è alle 6:35. Quindi ci dividiamo e incrociamo le dita.
Ottengo le nostre borse alle 6:29, giusto in tempo, poiché i bus della Bus Eireànn sono sempre molto affollati, ma i posti contati, per cui se non spingi per salire sei fottuto e rimani a piedi.
Riusciamo anche a salire. Assetato, stanco e affamato sonnecchio nel bus.
Non sono portato per i viaggi in bus. Ad un certo punto sono assalito dalla sete ma non ho acqua, dal caldo, dal desiderio di una doccia. Per fortuna non manca molto. Infine il bus ci scarica alla stazione di Killarney. Due passi e siamo nell'ostello. Ci affidano la stanza “Lion”, 6 letti ma per fortuna nessun rompicazzo. C'è una finestra sul tetto e non c'è tenda o persiana o sportellone. Bene, ci alzeremo presto. La camera è tutta di legno e sulla card per entrare c'è disegnata una croce celtica. Sì, sono in Irlanda.
Pianifichiamo l'attività per il giorno seguente ed andiamo a dormire, sfiniti.
Ci svegliamo presto, al suono della sveglia dell'orologio. Veloce doccia, colazione. Purtroppo non hanno salsicce, pudding, roba irlandese in generale. Solo pane burro e marmellata.
Prepariamo gli zaini e partiamo: si va ad affittare le biciclette.
Le prendiamo in un'altro Ostello, molto accogliente, tutto di legno, con il caminetto e un tipo svitato. Le bici sono Ok, costano solo 12€ a giornata. Unica condizione: riportarle prima delle 6.
Così si parte. Panico: siamo nella città e dobbiamo guidare a sinistra! Con aria da turisti incapaci ci mettiamo in carreggiata. Io vado per primo, ma col mio senso dell'orientamento mi perdo: Henna prende la leadership. Pedaliamo a lungo ma alla fine troviamo l'entrata del parco: un paradiso di laghi e monti, foreste e prati che non può essere spiegato da un semplice racconto. Non c'è prosa che possa splendere come le acque del lago, essere misteriosa come la nebbia. Corriamo veloci sul dorso delle bici, fermandoci nei punti migliori, esplorando a piedi i capolavori della natura. Dopo lunghe ore abbiamo finito il giro principale. E' tardi, ma nonostante le gambe crampate decidiamo di vedere il Ross Castle. Il castello è sul lago e decidiamo che il giorno seguente vale la pena di esplorarlo il barca: c'è un'isola abitata, DENTRO il lago!
Sta per scadere il tempo di affitto delle bici! Per questo corriamo – sfiniti – indietro al posto dove le abbiamo prese. Contro ogni previsione, arriviamo in tempo. Facciamo due passi per la città, incerca di una pinta. I pub non mancano, ma Henna è così affamata – a ragione – che torniamo all'ostello. Prima però facciamo altri due passi. Incrociamo un “Celtic Bookshop” e un “Celtic music shop”. Entriamo in entrambi. Sono tentato di regalare a Leonardo un libro tipo “100 irish tunes” ma so che mi ammazzerebbe! Adocchio una cinta per chitarra con Celtic knots vari. Costa una cifra impronunciabile. Usciamo.
Ci prepariamo la cena della cucina dell'ostello. C'è un australiano che cucina carbonara, ce ne offre un po'. Ottima! Racconta che da piccolo giocava con gli amici a rivoltare i serpenti con un bastone.
Riposiamo le stanchissime gambe nel letto. Dormiamo pesante. Un'altro giorno arriva.
E' domenica. Vorrei vedere la città, ma vorremmo anche vedere l'isola. Faremo in tempo a vedere entrambi. Ja paskat.
Ci incamminiamo verso il parco, fermandoci un attimo alla cattedrale. Seguiamo un sentiero che indica “Holy well”. Dopo mezz'ora di Holy wells non c'è traccia, ma già che ci siamo proseguiamo per il Ross Castle.
Infine arriviamo. Scopriamo che il traghetto non c'è, l'affittabarche è chiuso. Mannaggia alla bassa stagione. Tuttavia incontriamo due pescatori che imbarcano la gente. Su queste barchette a motore ci facciamo portare su e giù per i laghi. Il vento è gelido, schizzi d'acqua ci assaltano.
Monti e rocce si riflettono sull'acqua immobile del lago, facendo perdere il senso della realtà. C'è un altro mondo dentro al lago, un riflesso del nostro, come per Platone il nostro era un pallido riflesso del mondo delle idee... Gli uccelli costruiscono nidi e ci guardano, dicendo “qua nessun uomo è stato!”
Sbarchiamo. Degli sconosciuti ci salutano e ci chiedono “Lovely weather, isn't it?”
C'è un fuoco freddo sotto l'Irlanda. Una potenza che la fa germogliare e proliferare. Una felice speranza che alimenta piccoli esseri in tane nel terreno. Una melodia nascosta.
A passo veloce torniamo in città per prender il Bus. Rischiamo di perderlo ma ce la facciamo.
La città non l'abbiamo vista.

Un prodigio si è compiuto.
Pensavo che non si potesse amare più di una persona alla volta; ora amo Henna e Cathleen.

Nota per i lettori: Cathleen ni Houlihan è l'impersonificazione dell'Irlanda, presente in ballate popolari e ripresa da Yeats nell'omonimo dramma.

No comments: